Nella più grande area di coltivazione continua del mondo crescono alcuni dei vini più leggendari.
La roccaforte del Pinot nero, del Gamay e dello Chardonnay conquista tutti con i suoi vini di altissima qualità.
I vini spumanti più desiderati al mondo vengono dallo Champagne.
A est della Francia primeggiano i vini bianchi: e che vini bianchi!
La Valle della Loira comprende più zone vinicole. Il comun denominatore è la loro posizione sulle rive del fiume Loira.
La Valle del Rodano è una delle regioni francesi più variegate.
Da nessun’altra parte al mondo la coltura del succo di vite è così radicata come in questo Paese. Tuttavia, il tempo porta dei cambiamenti anche qui. Anche se in Francia il vino è quasi un alimento essenziale, se negli anni ‘70 il francese medio era solito bere ben 100 litri di vino all’anno, oggi, con 42 litri, si beve meno della metà. Ma come sarebbe un pasto alla française senza un bicchiere di Rouge o di Blanc? Anche sulla cultura del vino mondiale la Francia ha avuto un impatto come nessun altro Paese. Le varietà francesi vengono allevate in tutto il mondo. E, per quanto riguarda la ricerca e la didattica, il Paese è tra i primi al mondo con le facoltà enologiche di Bordeaux, Montpellier e Dijon.
La vite probabilmente arrivò nel Paese insieme ai coloni greci, che circa nel 600 avanti Cristo fondarono Massilia, oggi Marsiglia. Con la conquista della costa mediterranea e in seguito dell’intera Gallia per mano dei Romani, la coltura della vite si diffuse anche al nord. I primi vitigni furono piantati sulle rive del Rodano, poi nel terzo secolo dopo Cristo anche a Bordeaux e in Borgogna, e per finire nella Loira e in Champagne. Nel sesto secolo furono piantate le viti anche in Bretagna. La cultura della vite rimase significativa anche in seguito alla caduta dell’Impero Romano. Anzi, con la cristianizzazione della Francia, il vino assunse un significato ancora più importante per la funzione che svolgeva durante la messa. I monasteri furono dei grandi propulsori della viticoltura.
Nel Medioevo si sviluppò una forma agricola che fu la fortuna della viticoltura. I contadini si offrirono di coltivare i terreni con la vite e di curarli gratis fino alla prima vendemmia, cinque anni più tardi. In cambio, a partire dal sesto anno avrebbero avuto la metà della parcella con solo una piccola tassa annua sulla raccolta. In questo modo, la viticoltura prese letteralmente terreno e poco più tardi la Francia diventò l’esportatore numero uno.
Tra i migliori acquirenti: gli inglesi, soprattutto per i vini di Bordeaux, e non c’è da stupirsi considerando che dal 1137 al 1453 questa città era inglese. Più tardi anche gli olandesi entrarono portentosamente nel commercio con la Francia. Nel 1855, il vino francese attirò l’attenzione di tutto il mondo quando Napoleone III portò i vini di Bordeaux all’Esposizione universale di Parigi sfoggiandoli in grande stile.
Oggi la vite in Francia cresce su circa 790.000 ettari: è la più grande area coltivata a vite al mondo dopo la Spagna. Difficilmente si troverà un Paese dove la viticoltura è così attentamente regolata come qui. Già nel 1935 fu fondato l’INAO, l’Institut National des Appellations d’Origine (oggi Institut National de l’Origine et de la Qualité). Questo organo si è contraddistinto soprattutto per la creazione e il controllo dell’AOC, la denominazione d’origine protetta dallo Stato. Si basa sul concetto di terroir e l’idea che un prodotto agricolo sia strettamente connesso al suo terreno e al clima, ma anche al suo produttore, le quali cultura e tradizioni tramandati sono rilevanti. Per questo motivo, normalmente i vini francesi sono chiamati secondo il nome della zona vinicola e non con la varietà di vitigno. Un approccio che ha sicuramente favorito la fortuna di molti vini francesi e che continua a farlo. Allo stesso tempo, la Francia deve sempre di più fare i conti con la concorrenza dal resto del mondo, con vini spesso più accessibili, più leggeri e pronti da bere prima.
Il clima francese è generalmente mite, a parte alcune eccezioni. Questo dona ai vini un aroma intenso e un buon equilibro tra dolcezza e acidità. Le zone di coltivazione più famose sono sicuramente Bordeaux, con i suoi vini d’eccellenza a base di Cabernet Sauvignon e Merlot, la Borgogna con vini rossi prodotti dal Pinot noir e i bianchi di Chardonnay, senza dimenticare naturalmente lo Champagne.
Il fiore all’occhiello del Rodano è Châteauneuf-du-Pape, il vino che apprezzavano anche i Papi d’Avignone. Qui, come nel resto della Francia meridionale, varietà passionali come Grenache, Syrah e Mourvèdre si sentono a casa. L’Alsazia spicca per i suoi vini bianchi a base di Riesling e Gewürztraminer. Per finire, in Provenza saranno contenti i fan del rosé, un tipo di vino che sta andando a gonfie vele oggi in Francia.
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