Da non crederci: le prime annate del Sassicaia non furono accolte con particolare clamore dai fortunati che ebbero il piacere di provarlo. Negli anni ‘40, il giovane Marchese Mario Incisa della Rocchetta iniziò a coltivare a vite un terreno scosceso di Bolgheri con Cabernet Sauvignon e Cabernet franc. Il suo obiettivo: una creazione vinicola d’ispirazione bordolese.
Tuttavia, è risaputo che i migliori Cabernet necessitano di un lungo affinamento in bottiglia per dare il meglio di sé. Per questo all’inizio questo prodotto fu accolto con molto scetticismo. Per quasi vent’anni, il Sassicaia non fu altro che il vino da tavola della Famiglia. Per fortuna, non lo restò a lungo! Nel 1967 Nicolò, il figlio di Mario, lanciò sul mercato questo vino che finalmente mostrava tutto il suo potenziale. Oggi il Sassicaia è semplicemente un vino cult. Anche perché la Famiglia gli è rimasta sempre fedele. Invece di seguire le mode e il marketing, ha continuato a curare la sua nobiltà troppo spesso passata inosservata. La proprietà, che si estende su 2500 ettari nel cuore della Toscana, dedica ben 75 ettari al leggendario Sassicaia ed è ancora sotto la guida del Marchese Nicolò, supportato dalla figlia Priscilla.
Il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta e sua figlia, la Marchesa Priscilla
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