Italia, Lombardia
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Campo del Soglio – San Martino della Battaglia doc, Selva Capuzza

Vini bianchi

100 % Tuchì

14.0

6 | Cartone

Disponibile

CHF19.00
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1235507522
- +
Notizie di degustazione
Al naso sprigiona un’ampia gamma di sentori, tenui ma nitidi e chiari, tra cui il timo e la camomilla, che si alternano giocosamente, accompagnati da note di pomacee e agrumi. Ha una evidente evoluzione nel bicchiere, beneficia dell’ossigenazione quasi come un vino rosso e come questo non teme l’alzarsi della temperatura, che gli consente di svelare tutta la sua complessità nel gusto. La finezza all’olfatto diventa eleganza per il palato, pulizia e linearità.
Fatti
1235507522 Piccolo produttore Fruttato, Floreale, Speziato corposo, complesso, secco Pesce Non in legno, in acciaio fino a 5 anni Sughero naturale
3
Gambero Rosso
93
Falstaff
Raccomandazioni
Una vera goduria con il nasello fritto con un’insalata croccante.
Vinificazione
Con poco meno di 12 ettari, il San Martino della Battaglia doc è una delle denominazioni d’origine più piccole d'Italia. Campo del Soglio nasce nel 1988 proprio con l’intenzione di salvare questa piccola doc dall’oblio. Con questo vino, Luca Formentini intende produrre un bianco di altissimo livello qualitativo ed esprimere così le potenzialità di questa piccola doc.​ Nel 2008, la Comunità Europea ha vietato l’utilizzo del termine «Tocai» per la designazione dei vini italiani, al fine di tutelare l’indicazione geografica ungherese «Tokaj». E questo nonostante il vitigno abbia una lunga storia anche qui in Lombardia. Questo è il motivo per cui c’è un punto interrogativo sul retro dell’etichetta. Un vino senza nome. Il vitigno a bacca bianca Tuchì (sinonimo di Tocai o Sauvignonasse) è caratterizzato da una notevole fragilità: buccia sottile, bassa acidità e breve curva di maturazione lo rendono un esigente di cure e avido di attenzioni. Questi stessi aspetti si ritrovano durante la sua vinificazione e molto probabilmente rappresentano uno dei motivi che hanno portato l'abbandono quasi totale di quest’uva dalla maggior parte dei viticoltori. Luca Formentini dimostra il contrario. La sua ricetta: una resa senza compromessi. Le uve vengono raccolte a mano e portate in cantina in piccole cassette, dove vengono pigiate delicatamente. Il mosto viene immediatamente raffreddato, passato in vasche di acciaio (inox) e lì invecchiato. Il vino finito viene imbottigliato tra la primavera e l’estate.
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Marchio Selva Capuzza
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